Pioggia nera by Dennis Lehane

Pioggia nera by Dennis Lehane

autore:Dennis Lehane [Lehane, Dennis]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:46:07+00:00


20

La pioggia cadeva dolcemente il pomeriggio in cui mi incontrai con Vanessa Moore in un piccolo caffè-ristorante con i tavolini fuori a Back Bay.

Mi aveva chiamato e mi aveva chiesto di vederci per discutere del caso Tony Traverna. Lei era il suo avvocato. Ci eravamo conosciuti l’ultima volta che Tony non si era presentato in giudizio dopo aver ottenuto la libertà su cauzione e io ero stato convocato come testimone dell’accusa. Vanessa mi aveva sottoposto al controinterrogatorio nello stesso modo in cui faceva l’amore, con rabbia glaciale e sfoderando gli artigli.

Avrei potuto declinare il suo invito, immagino, ma era passata una settimana da quella sera in cui avevamo cucinato a casa di Diane Bourne e nel frattempo sembrava che avessimo fatto quattro passi indietro. Wesley Dawe non esisteva. Non figurava nei registri del censimento né in quelli della motorizzazione. Non possedeva carte di credito. Non aveva conti aperti in nessuna banca di Boston né dello Stato del Massachusetts e Angie, che cominciava a perdere le speranze, aveva scoperto che non esisteva nessuno con quel nome nel New Hampshire, nel Maine e nel Vermont.

Eravamo tornati all’ufficio di Diane Bourne, ma sembrava che avesse seguito il nostro consiglio. L’ufficio era chiuso. La sua casa, scoprimmo presto, era stata abbandonata. Da una settimana non la si vedeva più lì e un veloce sopralluogo aveva rivelato che si era portata via vestiti di ricambio sufficienti per alcuni giorni prima di doverli portare in lavanderia o di do-verne comprare di nuovi.

I Dawe erano andati a pescare. Lo scoprii dopo essermi spacciato per un paziente del dottore e aver scoperto che si erano trasferiti nella casa di villeggiatura di Capo Bretone, in Nuova Scozia.

Dovetti rinunciare all’aiuto di Angie quando la Sallis & Salk l’assegnò alla squadra di guardie del corpo di un mercante di diamanti sudafricano.

Avevano l’obbligo di seguirlo ventiquattr’ore su ventiquattro mentre faceva quello che fanno i mercanti di diamanti quando sono ospiti della nostra cit-tadina.

E Bubba riprese a fare quello che faceva quando non era all’estero a comprare esplosivi capaci di far saltare in aria tutta la costa orientale.

Così, a quanto pareva, ero un po’ sbandato e demotivato, quando mi incontrai con Vanessa che mi aspettava seduta sotto un grosso ombrellone.

La pioggerellina rimbalzava sull’acciottolato sporcandole le caviglie, ma risparmiando tutto il resto e il tavolino di ferro battuto.

«Ehi.» Mi chinai a baciarle la guancia e lei mi accarezzò il petto.

«Ciao.» Mentre mi sedevo, mi guardò con quello sguardo divertito che le illuminava costantemente gli occhi e con quell’aria di vivace disinvoltura che non lasciava dubbi sul fatto che si sarebbe presa tutto quello che voleva. Dipendeva solo da lei.

«Come stai?»

«Bene, Patrick. Sei bagnato fradicio.» Si passò un tovagliolo sulla mano per asciugarla.

Sgranai gli occhi e alzai una mano al cielo. Il temporale era scoppiato al-l’improvviso mentre uscivo dalla macchina, lacrime piovute da una nuvola solitaria sospesa in un cielo altrimenti limpido.

«Non che mi dispiaccia» disse. «Non c’è niente di meglio di un bell’uo-mo con una camicia bianca bagnata.»

Ridacchiai. Il punto con Vanessa era che, anche se ti accorgevi che stava arrivando, non riuscivi a fermarla.



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